valsusaSulla presenza della vite in Valsusa non vi è nessun documento appartenente all’epoca romana, ma si ritiene che la viticoltura fece la sua comparsa probabilmente a partire dal II secolo avanti Cristo lungo il versante sinistro della Bassa Valle e nella pianura intorno a Susa.

Risale al 739 il “Testamento di Abbone”, fondatore dell’Abbazia di Novalesa, nel quale fioriscono le testimonianze sull’importanza della vitivinicoltura in Valle. Il suo lascito, infatti, è costituito in parte da diverse località con vigne annesse, molte delle quali possono identificarsi con Gravere, Chiomonte, Giaglione e con parte del circondario di Susa.

L’economia del settore vitivinicolo valsusino nel corso dei secoli ha alternato fasi di floridezza ad altre di crisi. Un altro testo significativo del ‘700 annovera Chiomonte tra i paesi di maggior pregio vitivinicolo insieme a Barolo, Barbaresco, Serralunga, Caluso, Carema, Lessona, Valdengo, Cerreto e Mottalciata.

La vitivinicoltura locale avrebbe potuto soccombere in alcune occasioni quali l’attacco della fillossera, i conflitti mondiali e l’industrializzazione della Bassa Valle, ma è stata più forte la volontà degli uomini che hanno sfidato le difficili condizioni ambientali del territorio montano.

Nel 1997 nasce la Denominazione di Origine Controllata Valsusa, a riconoscimento di chi ha investito la propria vita in questi vigneti che s’inerpicano sino alle maggiori altitudini di tutto l’arco alpino, spingendosi talora oltre i mille metri.

In questa zona sono numerosi i vitigni coltivati, ma il locale Avanà ed il Becquét rappresentano il vero emblema di questa terra che sta conoscendo una se- conda giovinezza enologica.

Fonte: guida ai vini “TORINO DOC”